Matrimonio a tempo

Attenzione, oggi scade il matrimonio! Ricordati di rinnovarlo!” Non bastavano le scadenze delle bollette, delle tasse, delle rate di mutuo, degli abbonamenti al tram, che adesso Gabri la Rossa, politica bavarese, ha proposto anche quella del matrimonio. Dopo 7 anni il matrimonio, puff, sparisce. Chi vuole continuare a essere sposato deve rinnovare la promessa. Sarebbe divertente leggere nelle agende di mogli e mariti, oppure sui post it attaccati al frigorifero il promemoria che ricorda la scadenza del vincolo. Un po’ come succede con l’abbonamento della RAI. Bizzarro e triste. Comunque sia, inutile. Il matrimonio è già a tempo di per sè: si rinnova di giorno in giorno, senza la necessità di formule sacramentali dopo la prima. Gabri la rossa è forse rimasta ancorata a trenta, quaranta anni fa, quando il matrimonio era veramente indissolubile, non tanto perché così prevedevano le legislazioni di alcuni paesi europei (Italia in primis), ma perché non si poteva divorziare. In particolare, se le donne avessero voluto lasciare i mariti, si sarebbero ritrovate, dalla sera alla mattina, senza mezzi di sostentamento; ancora prive, come erano e come, forse, non lo sono più oggi, di un’identità sociale che andasse oltre l’essere mogli e madri. Oggi non è più così e il matrimonio a scadenza, come le mozzarelle, non avrebbe alcun senso. Quando la coppia non funziona e viene meno il consenso, anche di uno solo, a proseguire la convivenza coniugale, c’è il diritto a separarsi prima e a divorziare poi. Dato che il divorzio è considerato irreversibile, e ha un costo, umano, sociale e monetario, non indifferente, donne e uomini ci pensano dieci, cento, mille volte prima di prendere questa decisione, salire le scale dello studio di un avvocato e fare questo passo. Paradossalmente, dopo un certo periodo e prima della scadenza, il matrimonio a tempo potrebbe addirittura essere ritenuto l’ipocrita collante di una coppia ormai disfatta. All’avvicinarsi del settimo anno, infatti, la fedifraga, l’isterico, il violento e l’ignava potrebbero mutare strategicamente atteggiamento, per la paura della solitudine, riprendendo a fare promesse irrealizzabili, così da strappare il consenso all’altro per altri sette anni di opportunistica infelicità. Un po’ come succede con i nostri politici. Vengono eletti, non rispettano gli impegni profusi in campagna elettorale, ma poi, in vista delle successive elezioni, ricominciano a promettere e promettere, carpendo la buona fede degli elettori. I quali, illusi dal miraggio e smemorati, ci ricascano, dimenticano le malefatte del passato e rinnovano il loro voto nel segreto della cabina elettorale. Si potrebbe obiettare: beh, è ovvio che un avvocato divorzista non voglia il matrimonio a tempo, perderebbe tutti i suoi clienti. Niente di più sbagliato. Se dovessi guardare al portafoglio, prenderei un aereo e mi precipiterei al fianco di Gabri a sostenerne il progetto. Eh si, perché se dopo 7 anni un matrimonio scade, questo significa che, in caso di mancato rinnovo dell’abbonamento coniugale, si dovrà regolamentare l’affido dei figli, l’assegnazione della casa, l’assegno di mantenimento. Sarebbe come avere tanti divorzi o separazioni garantiti automaticamente. Lavoro assicurato per avvocati e wedding planner. Vogliamo veramente ridurre i costi delle separazioni e dei divorzi ? La ricetta non è poi così complicata. Eliminiamo la separazione, i tre anni che devono passare tra questa e la richiesta di divorzio. Stabiliamo procedure snelle che evitino il ricorso ai Tribunali per ogni sciocchezza e investiamo in magistrati specializzati e nel Tribunale della famiglia. Separazioni e divorzi sono eventi dolorosi. Rendiamoli almeno più veloci ed economici. Ma non trattiamo il matrimonio e chi ci crede come uno yogurt.