Giugno 2028: lettera dal figlio di Ronaldo

Giugno 2028, Cari papà (?) e mamma (?), finalmente la settimana prossima compirò 18 anni e potrò decidere da solo della mia vita. La libertà non ha prezzo, la mia vita invece per voi l’ha avuto: tu madre (mi si accappona la pelle al solo chiamarti così) mi hai venduto incassando 12.000.000,00 di euro. Per te, neonato, valevo forse 4.000.000,00 di euro al kilo? L’affare del secolo. Tu padre (anche questo termine è inopportuno) hai pagato una tangente da 2000 euro al giorno per 18 anni, perché io fossi privo dell’unica persona che tutti i bambini hanno, la mamma. Pensate di avermi reso felice con questo vostro reciproco regalo costoso? E a me che cosa avete regalato? Certo, sono il figlio di un grande campione, ammirato in tutto il mondo. E così io sono al centro dell’attenzione di tutti. Già all’asilo ero il più popolare tra gli amichetti; diventato adolescente non ho fatto fatica a conquistare tutte le ragazzine che volevo, pur soffrendo l’invidia dei mie compagni. A Natale ho sempre ricevuto doni preziosissimi da ogni angolo della terra: i tuoi sponsor e i tuoi tifosi hanno sempre fatto a gara per conquistarti, tramite me, che sono il figlio del grande CR9. Un mito dello sport, ragazzo padre orgoglioso di allevare in esclusiva il suo erede. Orgoglioso anche ora di far sapere a chiunque come sono bello, bravo, sportivo, già in competizione con la fama del padre sui campi di calcio. Ma tu, papà – si fa per dire, però, questa è l’abitudine – ti sei mai chiesto se io sono felice di te, come tu dichiari di esserlo di me? No, non lo sono. Perché mi vergogno dei miei genitori. Non ricordo neppure più le balle che mi hai raccontato per anni, pur di giustificare la mancanza di una mamma. Non mi interessavano neppure le risposte: ero già troppo triste per non averla vicino a me. Il mondo cambia, ma i bambini hanno sempre bisogno del papà e della mamma, anche se non insieme. Ero geloso dei miei compagni, dei sorrisi e delle carezze che ricevevano dalle madri. Sono diverse, sai, da quelli delle zie, della nonna, delle amiche che si sono alternate al tuo fianco. Lo sguardo di una madre ha tenerezza e calore irripetibili. Perché me lo avete negato? Avrei voluto essere tra le braccia di una mamma quando avevo mal di pancia, mi sbucciavo le ginocchia, mi facevano male i denti. Avrei voluto raccontare alla mia mamma le emozioni di quando mi sono innamorato della figlia della nostra governante e dei suoi occhi neri e pungenti. Avrei voluto farmi spiegare tutti i sentimenti: l’amore, la rabbia, il dolore, la gioia. Avrei voluto la mamma in ogni minuto della mia vita. E invece non so chi è, non ho conosciuto il suo profumo. So solo che è una mamma cattiva, egoista e avida. Lo so da quando, qualche anno fa, ho letto la storia della mia nascita su internet. C’era scritto proprio tutto. E non c’era l’amore in quei racconti. Non sono nato per amore, ma forse per sbaglio o per interesse. Di chi? Di tutti e due: il papà mi ha avuto in esclusiva, la mamma si è fatta pagare per non avermi. Avete avuto troppa fretta nel decidere. Siete andati oltre. Oltre il destino, oltre l’amore per vostro figlio. Sono figlio della vostra volontà capricciosa e cinica. Persino una bestia sopprime i cuccioli solo quando è in pericolo o denutrita, ma mai in cambio di quintali di carne fresca. Quando ho letto le notizie del 2010, ho capito tutto. Dal mio cuore si è cancellata la fiducia. Di colpo sono diventato adulto, responsabile di un segreto più grande di me, che non ho voluto condividere con nessuno. Cercavo di rassicurarmi, per quanto continuasse a essere indecifrabile al mio cuore il perché della mia nascita. Ho aspettato oggi, per liberarmi della zavorra del mio passato, perché a giorni divento maggiorenne e nessuno può più decidere per me e contro di me. Non ho una storia prima di nascere, e quello che è venuto dopo è un fumetto dell’orrore. Anche se tu ti comportavi, papà, come il padre migliore dell’universo, mi avevi già rubato le emozioni preziose e irripetibili della mia vita. E tu mamma sei stata sua complice. I miei diciotto anni sono frutto dell’inganno, della menzogna, della truffa: per colpa di chi mi ha dato la vita e me l’ha rapinata nel primo minuto della mia nascita. Avete perduto anche voi qualcosa di importante, però, malgrado il vostro ricco accordo: la storia di un figlio che avrebbe potuto farvi felici, anche se separati, con la gratitudine e la speranza di ripagarvi d’ogni ansia e d’ogni attenzione che avreste potuto dedicarmi se mi aveste considerato una persona con dei diritti. L’attenzione, invece, non l’avete avuta per me, ma per voi. Ora mi riprendo il maltolto. Non mi interessa il denaro che mi ha battezzato, facendomi così conoscere al mondo, né tutto quello che posso avere se resto con voi. Non mi interessa vedere la faccia della madre che mi ha rinnegato. E non voglio più vedere il viso di chi mi ha comperato. Voglio nascere il giorno in cui compirò 18 anni e voglio scoprire se in questo mondo, dove voi mi avete messo, per caso o per calcolo, esiste un amore che non ha prezzo. Il vostro non figlio (che non appartiene a nessuno. Forse nemmeno a se stesso)